Unica dipendenza Sport (FSE-PON 2014/2020 - “Inclusione sociale e lotta al disagio” Progetto: “Scuola aperta: oltre la visione comune”). Progetto realizzato nell'ambito del PON - FSE - Inclusione sociale e lotta al disagio.
Il progetto ha le seguenti finalità didattiche, sportive: sviluppo delle capacità di base; sviluppo della coordinazione oculo-manuale; sviluppo della coordinazione spazio-temporale: acquisizione nuove abilità con particolare riguardo agli schemi motori di base propri del volley; Impostazione gioco di squadra con regole. Ha inoltre i seguenti obiettivi sociali: combattere la dispersione scolastica proponendo la Scuola oltre che come ente promotore dell’istruzione anche come punto di riferimento e di ritrovo per gli alunni oltre l’orario scolastico; promuovere la socializzazione attraverso il gioco di squadra; rendere lo sport accessibile anche a utenti svantaggiati dal punto di vista economico; concorrere alla corretta formazione psico-fisica dei giovani allievi/e, coadiuvando l’azione svolta dagli insegnanti della Scuola, potenziando soprattutto l’aspetto della socializzazione e la costruzione di una sana e positiva immagine di se; offrire le garanzie necessarie per lo svolgimento dell’attività sportiva in un ambiente sano e controllato; impostare le basi di una cultura sociale e sportiva che potrà accompagnare gli allievi/e anche al di fuori dell’ambito scolastico e negli anni a venire; Aiutare a capire che le persone non vengono valutate “né al chilo né al metro”, ma in base alle idee e al comportamento; aiutare gli allievi a costruire una sana e corretta immagine di se, positiva e non distorta, che rispecchi le reali caratteristiche di ciascuno, poiché l’immagine riflessa dallo specchio risulta tanto più gradevole quanto più è aderente all’aspetto che si vorrebbe avere, come mezzo di prevenzione dei disturbi alimentari e di alcuni dei disagi spesso causa di dipendenze di varia natura; guidare a trovare una collocazione e un ruolo all’interno di un “gruppo positivo” in base alle proprie attitudini e alle proprie capacità, riducendo nel contempo sia i tempi di esposizione alle situazioni di pericolo (l’azione svolta all’interno della struttura scolastica ridurrebbe infatti il tempo di permanenza in ambienti senza il controllo e la guida di adulti adeguati e la compagnia di leader negativi”) sia il “fascino” esercitato da alcuni stili di comportamento verso i “ragazzi a rischio”; contrastare “l’effetto branco”, aiutando gli allievi a costruire e mantenere un’identità propria all’interno di un gruppo, affinché ciascuno possa stabilire il proprio ingresso, la propria permanenza e le proprie azioni all’interno del gruppo stesso senza confondersi con esso, e sia in grado opporvisi o lasciarlo se le idee e le azioni del gruppo entrassero in contrasto con i propri principi; guidare al riconoscere le proprie competenze e al valutare quelle degli altri in modo corretto ed oggettivo; aiutare a mettersi in gioco per offrire la propria collaborazione e/o accettare quella altrui nelle normali ed eccezionali situazioni della vita di tutti i giorni.